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prima assoluta 3 novembre ore 20.30
repliche: 4, 5, 6, 11, 12, 13, 18,19, 20 novembre
«Vestigia» è nato da una chiara spinta iniziale: quella di indagare, approfondire, scoprire e plasmare teatralmente i suoni, la musicalità, la voce, il canto.
Molto tempo è stato dedicato a comprendere e a percepire la complessa relazione che si instaura tra un corpo e la sua sonorità, tra la musicalità
e i risvolti del nostro mondo interno. E in questo lunghissimo tempo abbiamo cominciato a desiderare – e ad azzardare- che null’altro, se
non quella sonorità poteva essere lo strumento portante della costruzione drammaturgica, compresa la parola considerata come una traccia di suoni sconosciuti o una lingua nuova.
La musica, il suono diventati canto e melodia ci hanno portato su tragitti lontani, a storie e sensazioni di incontri e di perdite, a passi e orme cancellate e ritrovate, a figure bizzarre e a personaggi antichi.
A una poesia del dolore e dell’innocenza.
Come uno spartito rotto, questo spettacolo si pone in bilico tra la nostra necessità sempre presente di elaborare linguaggi diversi nella comunicazione teatrale e la spinta a riflettere, con il nostro mestiere, sulla fragilità dei passi di una smarrita umanità.
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