Protagonisti della pièce sono Atom e Levana, trent'anni di matrimonio, che vivono in una casetta sotto le bombe di una guerra tra due paesi confinanti. Finalmente la guerra finisce, ma il nuovo confine passa proprio in mezzo alla loro casa e per andare dalla cucina al bagno bisogna mostrare il passaporto alla guardia che controlla giorno e notte la vita della coppia. Perfino il letto è diviso in due e per trovare un momento d’intimità i due protagonisti vi si devono nascondere sotto, nei pochi momenti in cui la guardia è distratta. E poi questa guardia ha un’aria familiare che assomiglia a un senso di colpa: non sarà il figlio che anni prima i due genitori avevano messo alla porta?
Con questo lavoro Ariel Dorfman propone una rappresentazione a metà fra il realismo di una situazione “balcanica” o israeliano-palestinese o, pensando al passato, berlinese e la sua trasfigurazione allegorico-metafisica, confermandosi uno dei maggiori drammaturghi al mondo. I passaggi ironici o sarcastici del testo svelano le origini ebraiche dell’autore e il suo attaccamento al senso dell’umorismo del suo popolo.
Per il regista Miguel A. Cienfuegos, fondatore del Teatro Paravento di Locarno, «mettere in scena per la prima volta un autore di nazionalità cilena come me, rappresenta un momento molto simbolico: come regista mi propongo di trovare sul palco questo senso d’identificazione che sento riguardo all’opera e alla vita di Dorfman, per arrivare in questo modo a cogliere la grande forza del pezzo».
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