Giunto alla sua ventiseiesima edizione, il FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea rivolge lo sguardo alla contemporaneità̀ offrendo spazio alle nuove creazioni di alcune tra le eccellenze del panorama teatrale contemporaneo, con artisti provenienti da INGHILTERRA, CILE, EGITTO, FRANCIA, OLANDA, BELGIO, GERMANIA, ITALIA, SERBIA, SVIZZERA.
Un’edizione con una forte linea politica quest’anno, che vuole guardare con lucidità a questo ventunesimo secolo, quello in cui siamo collocati oggi, leggero ed evanescente, veloce e non impegnativo, piegato a misura 3.0 in un oggi così rapido da non prevedere la costruzione di un futuro. Un festival che aiuti a pensare e a vedere, uno spazio pubblico nel quale tutti i cittadini possano sentirsi parte fondamentale, partecipando.
È così che arriva dalla Scozia, sul palco della Sala Teatro LAC, uno degli esponenti di spicco della nuova generazione di registi inglesi Matthew Lenton. Arriva con un doppio spettacolo Striptease & Out at Sea che si interroga in maniera attualissima, a partire dai testi del maestro del Teatro dell’assurdo Slawomir Mrozek, sul concetto di classe, sfruttamento e limiti della democrazia.
Sempre al LAC in Teatrostudio Officina Orsi che in Su L’Umano sentire cap.2 Maneggiami con cura sul tema della mancanza, mette al centro della sua ricerca l’uomo e il sentire della comunità.
Al Teatro Foce Sanja Mitrovic e Vladimir Aleksic con I Am Not Ashamed of My Communist Past affrontano la recente storia della Repubblica socialista federale di Jugoslavia, un paese che ora esiste solo nell’ immaginazione e nella memoria. Eppure l'idea fondamentale della SFRY, quale stato multietnico, multi-religioso e socialista, è ancora rilevante per le lotte europee di oggi.
Si passa alla danza con Cut di Philippe Saire che attraverso un meccanismo spaziale che non è solo un dispositivo, rappresenta la frattura che deriva dall'esilio. La narrazione ripercorre il momento in cui la famiglia di Saire fugge dall’Algeria nel periodo in cui il paese veniva liberato.
Debutto assoluto per la drammaturga italiana Francesca Garolla (quest’anno ad Avignone con la mise en espace proprio del testo che andrà in scena al FIT) con Tu es libre di Teatro i, che entra nel vivo dei nostri giorni, e ripercorre la storia di Haner, giovanissima francese di origine araba che parte per la Siria per unirsi a Daesh. Non per raccontare storie abusate dai rotocalchi giornalieri, ma per interrogarsi sul concetto di libertà.
Come l’anno scorso, anche quest’anno grande attenzione alla drammaturgia con la mise en espace di Caterina Gozzi del testo Assetati di Wajdi Mouawad regista francese di punta. Una storia onirica e vibrante attraversata da interrogativi presenti in tutta la drammaturgia dell’autore: l'identità, la scrittura, la finzione e il senso della bellezza.
Al FIT gli artisti di casa nostra, premio svizzero del Teatro 2017, Trickster-p con uno dei loro cult B una rivisitazione della fiaba di Biancaneve in forma installativa.
Con un mezzo più “popolare” arriva la docu-fiction del collettivo olandese Wunderbaum in cui gli attori, convinti che il teatro non basti a fare la differenza, smettono di fingere di agire e passano davvero all’azione, nel tentativo di cambiare radicalmente il mondo.
Politica è anche la bellezza iconica di Anne Teresa de Keersmaeker e di Rosas danst Rosas capolavoro della danza contemporanea; politica è la scelta del ticinese Collettivo Ingwer, con Io sono un’altra;
Politica diventa l’indagine di Tagliarini/Deflorian ne Il cielo non è un fondale, del fenomeno irreversibile dell’urbanizzazione dei paesaggi e dei modi di vivere. Un’indagine che i due artisti, in scena con Monica Demuru e Francesco Alberici, molto amati dal pubblico del FIT, osservano, decifrano restituendo quei continui spostamenti di senso tra quello che noi siamo e quello che ci succede attorno.
Dal Cile arriva Manuela Infante che in Estado Vegetal gira senza sosta intorno a un dialogo impossibile, quello tra gli esseri umani e le piante. Il dialogo fallito con la natura che è forse il nostro monologo più innato.
Per ritornare alla politica in senso stretto, con Ahmed El Attar, Before the Revolution, dove non potendo parlare dell'Egitto di oggi, di ciò che sta accadendo dopo la "rivoluzione", si parla di ciò che ricordiamo accadeva prima – dice El Attar -, ma nel dettaglio, e lasciamo che le persone possano fare i parallelismi necessari.
Politico è Boris Nikitin nel suo Hamlet. Un Amleto che non è Amleto. Questo Amleto è Julian Mending, un Amleto destabilizzato da un mondo che percepisce come falso e ingannevole, fino a quando decide di fingere la pazzia e giocare con la sua stranezza.
Il FIT/Festival, come ogni anno, dà spazio anche al mondo dei più giovani mettendo in campo la nuova selezione dei cinque titoli in concorso della sezione YOUNG&KIDS, destinati ad un pubblico di bambini e giovani.
Tra le novità, a diposizione del pubblico, attivo dal 18 settembre presso la Hall del LAC un INFO POINT del FIT con la presenza di collaboratori del festival.
In allegato il programma dettagliato in pdf.
ABBONAMENTI Tre le soluzioni:
PASS FIT 9
Accesso a 9 spettacoli, serata e orario a scelta
Costo CHF 90.-
PASS FIT 6
Accesso a 6 spettacoli, serata e orario a scelta
Costo CHF 72.-
PASS FIT 4
Accesso a 4 spettacoli, serata e orario a scelta
Costo CHF 60.-
L’abbonamento dovrà essere acquistato entro il 23 settembre 2017.
Le prenotazioni degli spettacoli del FIT Festival 2017 e dell’abbonamento si effettueranno presso BIGLIETTERIA LAC Piazza Bernardino Luini 2, Lugano Tel +41 (0)58 866 42 22 Mar - Mer - Ven - Sab - Dom: 10:00 – 18:00
Gio: 10:00 – 20:00 - online www.luganoinscena.ch, o presso Ticket Corner.
Per gli spettacoli della sezione YOUNG&KIDS rivolgersi all’ufficio FIT Festival:
Il team del FIT Festival rimane a disposizione degli spettatori per consigli e approfondimenti al numero +41 (0)91 922 61 58. Informazioni generali sul programma, sul sito
www.fitfestival.ch.